ICONE INFEDELI

Lo spirito e il colore di Vincent Van Gogh

La luce, i colori e l’atmosfera di Vincent Van Gogh rivivono magicamente, come in un gioco di specchi, nelle riproduzioni di Ida Parigi.

Sarebbe un torto definirle “copie” dal momento che questa parola riecheggia qualcosa di meccanico e impersonale: qui l’artista invece, s’immedesima negli originali, è come se li sfiorasse per impadronirsi dello spessore, della densità, della profondità per giungere ai segreti più nascosti, verso l’identità dell’opera.

Per qualche magica alchimia, Ida mutua tecniche e sensazioni, forse anche grazie ad un istintivo sdoppiamento spirituale che non si percepisce immediatamente ma che pure deve esserci, ed accadere, se questa capacità singolare ed inequivocabile è affiorata all'improvviso, davanti ad un foglio bianco, come per gioco. Poi il gioco si è evoluto, ha acquisito coscienza, senza perdere lo stupore che traspare ancora oggi quando lei lo racconta, e così è cominciata la ricerca di un fondamento artistico più solido, lo studio di base per sorreggere il dono dell’istinto.

L’incontro di Ida Parigi con il mondo di Vincent Van Gogh nasce dalla tentazione dell’impossibile, quel misurarsi con il genio ed il capolavoro che coinvolge mente cuore e tecnica in una sfida stimolante e faticosa perché riprodurre – non copiare – opere d’arte è un duello tra una determinata immagine della perfezione ed il desiderio di imitarla attraverso tentativi numerosi e non sempre subito felici, attraverso lo studio minuzioso dei colori, delle sfumature, dell’intera personalità dell’artista e dell’opera. Per questo il genere del “falso d’autore” rivela autentici talenti, artisti in grado di riprodurre fedelmente i più grandi capolavori di ogni tempo, maestri essi stessi nell'emulare i Maestri.